Dott.ssa Claudia Sciarrotta

Pediatra e Divulgatrice Scientifica (claudia.sciarrotta_pediatra)

Dopo mesi stressanti di scuola e lavoro, specialmente se vivete nelle grandi città lontane dal mare, non vedete l’ora di andare in vacanza e rilassarvi.

Ma proprio se avete un lasso di tempo limitato per concentrarvi sul relax e la tintarella, e di norma non siete esposti ai raggi UV, rischiate maggiormente le ustioni. Con voi, sono a rischio anche i vostri bambini!

I bimbi piccoli, la carnagione bianca (specie se chiara) e la familiarità per patologie della pelle sono i fattori di rischio più importanti per lo sviluppo di ustioni e di successive possibili lesioni cutanee, anche gravi, come i melanomi. L’associazione tra ustioni solari e sviluppo di melanomi è altissima (è stato calcolato che evitare la luce del sole ne riduce il numero di circa l’80%).

È dunque importantissimo attuare una corretta prevenzione e gestione all’esposizione solare nel bambino e nell’adolescente per non incappare in queste pericolose patologie.

È inoltre importante sapere che non esistono prove che una rigorosa protezione dalla luce, attraverso l’uso di vestiti protettivi o di filtri solari, interferisca col livello sierico di vitamina D.

Che pratiche protettive attuare? Le riassumiamo in qualche semplice punto:

1.Esposizione controllata:

Sotto i 6 mesi i lattanti non devono essere esposti alla luce diretta del sole. Ricordate che non possono comunicare che sentono caldo o bruciore, spesso non possono cambiare spontaneamente posizione o spogliarsi/coprirsi, hanno una pelle più delicata (meno melanina dell’adulto)… dobbiamo proteggerli noi filtrando la luce con delle barriere come gli alberi, gli ombrelloni, il coprisole del passeggino o altro (ricordando che in questo modo si riduce l’esposizione del 50%). Se usiamo i vetri come barriera teniamo a mente che proteggono dai raggi UVB ma solo dal 50% dei raggi UVA, inoltre il cielo nuvoloso può ridurre gli UVR solo del 20-40% e non è sufficiente di per sé ad escludere la possibilità di ustione. Le attività che vanno predilette sono quelle che si possono svolgere prima delle 11:00 e dopo le 17:00 o comunque quando si avvertono meno il caldo e l’intensità della luce solare.

2.Impiego delle creme solari:

Le creme solari riducono l’intensità degli UVR che colpiscono la cute. Le creme opache, che contengono ossido di zinco e diossido di titanio riflettono e diffondono tutte le luci e risultano utili per i pazienti che dimostrano fotosensibilità ma creano una barriera spessa, esteticamente sgradevole, e talvolta vengono accettate con difficoltà. Le creme viceversa più impiegate sono gli agenti che assorbono gli UVR che risultano incolore. Le creme si distinguono in base al Fattore di Protezione Solare (SPF) che è un indice usato per quantificare il grado di riduzione dell’eritema in seguito all’uso di quella crema solare. Più alto è l’SPF e maggiore è la protezione. L’uso delle creme solari sotto l’età di 6 mesi rimane controverso (per le caratteristiche della cute del lattante). I dermatologi raccomandano di impiegare le creme solari quando la protezione fisica, come i vestiti, i cappelli o le aree ombrose non siano adeguati. In pratica nelle aree di cute non protette, come la faccia e il dorso delle mani.

3.Mettere in sicurezza gli occhi:

a) uso del cappello con visiera: può ridurre l’esposizione degli occhi del 50%;

b) impiego degli occhiali da sole: riescono a bloccare dal 99 al 100% dello spettro UV. Sulla confezione degli occhiali deve essere indicato che essi sono sufficienti per bloccare il 99% degli UVR, Anche i lattanti debbono avere gli occhiali da sole.

Bibliografia:

G. Bartolozzi. La luce ultravioletta: un pericolo per il bambino. Medico e Bambino